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Bici rubate e bici ritrovate – seconda parte

2 Marzo 2014

Quali sono i metodi per prevenire il furto di una bici a Roma?

In realtà non esiste un metodo sicuro al 100%: qualsiasi catena è scassinabile, dipende soltanto dal tempo che si ha a disposizione. Ovviamente ci sono zone e orari più consoni e tipi di bici più o meno appetibili, ma con una buona catena i rischi si possono ridurre in maniera sensibile.

 

Catene&catene

Senza dubbio le migliori (e più costose, ma in certi casi si tratta di un investimento) sono quelle della Kryptonite, marca nominata persino da un ladro di biciclette in un’interessante intervista su Wired, che la annovera tra i suoi principali nemici. A prescindere dalla marca, si può dire che in generale quelle più sicure sono i cosiddetti U-Lock (i bloster a forma di U), che lasciano meno spazio di azione e sono molto più difficili da scassinare rispetto alle catene, che per quanto siano resistenti (quella che mi hanno spaccato era da motorino, ma possedeva comunque un filo di acciaio piuttosto sottile all’interno). Di U-Lock ne esistono di vari tipi, marche e dimensioni, tutti dai 30€ in su. Un altro tipo di catena piuttosto buono è questo. Da evitare assolutamente qualsiasi cosa di spessore minore, peggio ancora se a combinazione invece che a chiave.

Infine, se si ha la possibilità è sempre bene usare più di una catena: la ruota anteriore e il sellino sono i pezzi più facili da asportare, ed è bene legarli insieme al telaio. In questo video sono presenti altri consigli utili. Anche questo dà bene l’idea di come vanno le cose di solito.

 

Altri metodi di prevenzione

Dato che come già detto non esiste una catena indistruttibile, e la sua efficacia dipende soprattutto dal suo tempo di resistenza come deterrente, esistono però altri metodi per scoraggiare, prevenire o rimediare al furto di una bici:

  1. personalizzazione: rendere la propria bici più riconoscibile e particolare con adesivi o altri tratti distintivi aiuterà a creare un “pezzo unico” difficilmente rivendibile. Sebbene ci siano essenzialmente due tipi di mercati del furto di bici, uno alto e uno basso, e in quello basso viene rivenduto di tutto nell’immediato a prezzi stracciati, un esemplare “vissuto” e caratteristico susciterà meno interesse rispetto a un modello standard e anonimo. C’è anche chi consiglia di invecchiarle o sporcarle per renderle meno appetibili, ma entriamo nel campo della paranoia.
  2. foto: fare tante foto alla propria bici, in cui siano evidenza tali tratti distintivi, farsi fotografare con lei, è sicuramente un metodo per ufficializzarne il possesso in un certo qual modo: sarà più facile provarne la proprietà in caso di ritrovamento, e anche più rapido far girare quelle foto per il passaparola. Quando ho ritrovato la bici grazie a una segnalazione, mi è bastato mostrare ai Carabinieri la denuncia e una foto stampata con gli adesivi in evidenza per convincerli che appartenesse a me e intimare a chi l’aveva legata di “liberarla”.
  3. numero telaio e punzonatura: Le bici non hanno targa, anche se ogni tanto piccoli comuni rilanciano questa proposta, ma alcuni costruttori (Collalti per esempio lo fa) marchiano le proprie bici con un numero identificativo, solitamente posto alla base della canna del manubrio o sotto i pedali. È possibile anche far punzonare di persona il proprio telaio da un fabbro, preferibilmente in posti poco visibili, e aggiungere così un ulteriore tratto distintivo da far girare.
  4. utilizzare una bici poco appetibile per gli spostamenti urbani: è il rimedio più vecchio del mondo, oltre che essere un non-rimedio: usare una bici di riserva di poco valore, conservando quella alla quale si tiene di più per utilizzi in cui non si debba lasciare legata in giro.
  5. antifurto gps: esistono varie ditte che producono localizzatori gps in grado di accendersi automaticamente al loro spostamento. Si tratta di un acquisto poco comune e utilizzato per bici di particolare valore, e comporta due possibili svantaggi: lo scaricarsi della batteria e la mancanza di copertura gps in luoghi chiusi, che ne renderebbero la localizzazione impossibile. Ne esistono di vari tipi in commercio, pare che quello di Endoacustica riesca a superare questi problemi, ma non è una soluzione che ho provato di persona (per ora).

 

Cosa fare dopo il furto – le possibilità di recupero

  1. La prima cosa da fare è denunciare il furto alla più vicina stazione di Polizia o Carabinieri, specificando nel verbale quanti più particolari possibile: marca, modello, numero telaio, colore, accessori e segni particolari, e se possibile allegando una o più foto dettagliate. Il furto di bici non è certo un reato che sguinzaglierà le forze dell’ordine con tanto di cani da caccia al seguito (minuto 0:40), ma è comunque utile un verbale che certifichi l’avvenuto furto per un eventuale ritrovamento.
  2. Segnalare il furto della propria bici su siti come Rubbici o Archivio Bici: qui vengono immagazzinate denunce di furti con foto, luogo, data e altre informazioni utili, e anche segnalate bici sospette in vendita, oppure ritrovamenti di bici rubate e/o sequestrate.
  3. Condividere immediatamente sui social network la segnalazione fatta qui sopra, anche sulle rispettive pagine facebook dei due siti (Rubbici – fb e Archivio Bici – fb), o nei forum di cicloamatori o gruppi fb di Critical Mass o Salvaiciclisti della propria città. Il passaparola in questi casi può rivelarsi molto utile.
  4. Controllare i luoghi in cui vengono rivendute bici rubate nella propria città: sempre su Rubbici esiste un elenco di luoghi sospetti, così come di segnalazioni di bici sospette e di ritrovamenti da controllare periodicamente. Un classico a Roma è il mercatino illegale in zona Cinodromo/Ponte Marconi, così come quello notturno in via Carlo Felice e le bici legate ai pali con la scritta “vendesi” a Piazza Fiume.
  5. Ultima spiaggia (che poi è stata quella che ha funzionato nel ritrovamento della mia, grazie a un’idea di Chiara e Laura), semplicissima e funzionale: appendere volantini e annunci nella zona del luogo del furto, nella speranza che qualcuno l’abbia vista. A volte i miracoli esistono…

 

 

Bici rubate e bici ritrovate – seconda parte