Da “Frittomisto” al porto di Nettuno
19 Aprile 2015
difficoltà: MEDIO/FACILE (a seconda dell’itinerario scelto)
distanza: 65km / 122km (andata 65 km di pianura con lievi saliscendi, ritorno opzionale fino a Ostia/Castelfusano tutto lungomare)
superficie: strada provinciale asfaltata, tratti di lastroni romani di Appia Antica (a seconda dell’itinerario)
dislivello complessivo: 324 m minimo, 750 massimo (con deviazione per i Castelli)
specifiche percorso: percorso 1 (adatto a ogni tipo di bici, tutto asfalto, 350m dislivello, 64km) percorso 2 (adatto a mtb, tratti di strada romana a lastroni sull’Appia Antica, 65 km) percorso 3 (come il 2 con deviazione per i Castelli Romani, 68 km)
traccia gpx: scarica
NETTUNO MI PUÒ GIUDICARE***
È più difficile uscire dal GRA che scalare il Gran Sasso in Graziella. E così, per questa meta marittima di benessere&salmone per la quale si è deciso di non utilizzare i beneriti servizi di Trenitalia, sono stati studiati ben tre itinerari con delle varianti che rendono il percorso di difficoltà e peculiarità differenti: lunghezza, dislivelli, fondo stradale.
Il groviglio grigio fumo della Capitale va superato e lasciato alle spalle, ma chi sceglie di farlo direttamente in sella deve pagare tributo. Verso sud non sono molte le direttrici che offrono pedalate piacevoli e sicure: l’Appia Antica permette di superare l’ostacolo massimo del Raccordo in maniera indolore, ma in cambio esige copertoni adatti a resistere ai lastroni che già nei millenni scorsi hanno sconfitto più di una ruota di carro; l’Ardeatina è un serpente affollato di bestemmiatori, e va abbandonato quanto prima.
Il premio per queste fatiche (mentali prima ancora che fisiche, visto che il percorso degrada verso il mare e non presenta difficoltà particolari) è un assortito campionario di ex-abitanti del mare, immersi nell’olio bollente e sapientemente conditi in un posto spartano e accogliente proprio nel porto di Nettuno: la friggitoria Frittomisto.
A causa dei motivi sopra detti, per arrivarci si è scelto di partire in maniera gentile e urbana lungo la ciclabile delle Terme di Caracalla, per poi prendere via di San Sebastiano e il primissimo tratto di Appia Antica già descritto qui fino all’altezza con la chiesa del Domine Quo Vadis. Al bivio svoltiamo a destra per l’Ardeatina e superiamo il luogo dell’eccidio delle Fosse. La strada è ombrosa, curva e presenta brevi dossi.
Dall’incrocio con via di Grotta Perfetta il traffico aumenta, ma a causa dei numerosi semafori lo scorrimento delle automobili è quasi sempre lento più lento della nostra pedalata, e non ci sono pericoli particolari. Passiamo così le caratteristiche campagne del Quarto Miglio fino all’incrocio con il GRA, dove sulla sinistra compare l’altura sulla quale sorge il Santuario del Divino Amore. Si tratta di luoghi di combattimento nella Seconda Guerra Mondiale, o meglio di sbando, guerriglie, nascondigli ed esecuzioni sommarie da post-armistizio.
Il paesaggio migliora, ci troviamo ora tra qualche manciata di colline verdi, casali e ferrovie, mentre i rilievi dei Colli Albani appaiono sottomano. All’altezza di via della Falcognana svoltiamo a sinistra, per un bel tratto di agro romano rimasto incredibilmente preservato: traffico sporadico, pascoli e fattorie.
Questo idillio però dura soltanto fino all’incrocio con la Nettunense, alla quale saremmo comunque arrivati seguendo l’Appia Antica (percorso 2) per poi svoltare in via di Fioranello, breve tratto di Appia Nuova e subito a destra. Qui la strada torna un po’ più trafficata – sempre meglio dell’Ardeatina – e il panorama meno interessante. Attraversiamo così i borghi di Aprilia passando sotto alla famigerata Pontina, e di Campo di Carne, il cui toponimo sembra uno scherzo del destino: chiamata così per la divinità latina Carna, a seguito dello sbarco di Anzio fu teatro di una delle più sanguinose battaglie della zona.
Dopo un lungo rettilineo piuttosto noioso, buono per un po’ di velocità costante e per gli allevamenti di struzzi, si entra ad Anzio, e da lì la manciata di chilometri che ci separa dal porto turistico di Nettuno è breve e con vista mare. Se siete in anticipo sulla tabella di marcia oppure volete rilassarvi dopo pranzo, il borgo medievale di Nettuno merita senz’altro una visita. Se invece siete affamati e le vostre condizioni sono queste, vi conviene oltrepassare l’ingresso del porto turistico e la soglia di Fritto Misto.
Per il ritorno, esistono almeno due soluzioni:
– soluzione relax: distendete i polpacci, la pedalata finisce qui. Nettuno è dotata di stazione ferroviaria, e guarda caso dista circa 200 metri dalla friggitoria. Un’oretta e sarete di nuovo a Stazione Termini, potete mangiare e bere quanto volete, e magari pure sdraiarvi in spiaggia.
– soluzione hardcore: se volete smaltire le fritture e amate le lunghe distanze, un tranquillo lungomare vi attende in direzione nord: una cinquantina di km fino a Castelfusano e alla Roma-Lido e la giornata si concluderà con 120km nelle gambe.
LA FRIGGITORIA “FRITTOMISTO” (clicca per la pagina fb)
Dimenticatevi la nouvelle cuisine e gli ambienti radical chic. Qui se magna pesce appena pescato, stiamo parlando di una friggitoria in uno dei box all’interno del porto di Nettuno. Un locale piccolo a pochi passi dal mare, dove il cialtrone in bici trova ristoro e un paio di tavolate adatte alla convivialità.
Il nome tiene pienamente fede alle aspettative: i requisiti di misto vengono soddisfatti ampiamente, figurarsi quelli di fritto.
Fritto.
Fritto.
Solo il suono trasuda ancora olio, come un’eco.
Paranza, gamberi, totani, calamari, crocchette, qualsiasi oggetto nel locale – vivente e non – sembra passato per la friggitrice, e tutto è lucido e trasparente. Una menzione speciale va fatta ai cartocci di patate a spirale e al cartoccio misto. Purtroppo l’ebbrezza del mix vino bianco alla mescita + birra (temo che la nostra popolosa sortita li abbia messi in difficoltà con le scorte) ha cancellato ulteriori ricordi e particolari, se non che i costi sono estremamente contenuti.
Per il digestivo, ma anche per completare l’opera, si raccomanda spiaggia e amaro.
***Nettuno, o Tritone, darebbe un giudizio assai negativo, per il mare è stato uno sterminio.