#7 Apple fields forever
La notte scorre beata e stanca, interrotta solo dai rantoli del mio vicino di tenda, simili al ringhio di un cane.
È un cicloturista di lungo corso, ha il carrello e due bandierine della Svizzera e della Nuova Zelanda.
“Sono appena partito, è lì che sto andando”, mi dice in tedesco. Si tratta di un signore di età abbastanza avanzata, un aspetto d’altri tempi, folta barba bianca, camiciona a quadri e piglio da monocolo.
Lo saluto e lascio il Waldcamping, per cercare un posto in cui fare colazione a Naturno.
Il paese, come molti da quando sono entrato nel bolzanese, non ha proprio nulla di italiano: edifici dipinti con facciate in legno, strade ordinate e zone 30, rastrelliere con bici slegate.
Ed è a una di queste che poggio la mia, per mangiare qualcosa. Dopo aver consumato, chiedo di pagare con la carta, ma il bar non la accetta e non ho contante. “Nezzun problema,” dice il cameriere senza scomporsi, a 5 minuti da qui in piazza trovi il bancomat”, con quella fiducia che ha solo chi vive in un posto in cui nessuno ruba nulla.
Per tutta risposta mi avvio a piedi verso il bancomat lasciando la bici volutamente slegata, e torno a pagare in tutta tranquillità.
Proseguo poi per la via Claudia Augusta, ciclovia che non mi abbandona da ieri, prima di Bolzano: oggi la giornata ha meteo infausto, chiedo a varie persone e tutte mi sconsigliano di tentare lo Stelvio.
Mi avvicino comunque con pigrizia attraverso i meleti e una pioggia leggera ma incessante. Tra l’altro il mozzo della ruota anteriore ha iniziato a ticchettare, sono i cuscinetti mi dico, forse il peso che ho caricato sul manubrio è eccessivo per una bici così vecchia.
Infastidito dal rumore e dalla pioggia, mi consolo rubando un paio di mele dall’immensa distesa di frutteti che attraversa la ciclabile: servirsi di frutti lungo il percorso è una licenza umanamente concessa al cicloturista.
Giungo così a Silandro all’ora di pranzo, ho fatto poca strada e la salita è ancora lontana; sono stanco e indolente, decido di fermarmi per mangiare sotto una veranda di un bar in attesa che spiova, e valutare piani B. Sono a nemmeno 800 metri e lo Stelvio è 2000 metri più in su, se qua soffro la pioggia cosa troverò lassù?