Bordeaux / Marmande
Altri cento chilometri, per fortuna su dislivelli moderati, neanche 600 metri totali. La nottata passata sul divano dell’evanescente e diafano Jean-François mi ha tutto sommato ristorato, e sulla mappa ho notato una ciclovia continua e molto suggestiva, quella che scorre tra i filari di vigne del Bordeaux, lungo quella che era una vecchia tratta ferroviaria. Mi godo finalmente delle strade del tutto prive di traffico, con gallerie illuminate e tralci su tralci a incorniciare una campagna generosa e ridente.
Di tanto in tanto lumache di marmo scandiscono il mio passo su piazzali di stazioni ferroviarie abbandonate e riconvertite a simpatici localetti. Finalmente una tappa lunga, ma rilassante! Campi, vigneti, e l’usato modulo mairie-boulangerie-eglise col suo campanile appuntito e austero, una sequenza quasi obbligatoria nella dolce campagna francese, che viene rotta soltanto da sporadici castelli o palazzi nobiliari adagiati sui ninfei dei fiumi. Mi concedo un po’ di riposo e l’abbraccio dell’erba fresca. Il cervello vaga, i muscoli si distendono. È uno di quei moments of being in cui si resetta ogni pensiero.