Tappa di ritorno, di quieta disperazione e di complanari tese verso Lecce, come se la meta fosse nascosta quel reticolo di strade solo apparentemente diritte nella terra arsa del Mezzogiorno. Di questa giornata rimangono solo la stanchezza, la voglia di arrivare al treno che da Lecce mi porterà prima a Brindisi e poi a Taranto, la solitudine cosmica che solo momentaneamente un’orda di cani randagi si propone di compensare. Immagini fugaci di borse buttate al di là di una recinzione, passaggi obbligati tra i mastini e la superstrada, sole dritto in fronte.
E alla fine le luci bluastre del porto di Taranto, e un’altra notte in autobus con un bagaglio pieno di dubbi e di finisterre.