Giardini di Naxos – Taormina
Il camping Almoetia ci invita a rimanere, a rilassarci, a prendere le cose come vengono: abbiamo scelto questo posto come punto di appoggio per la scalata dell’Etna, per poi non scegliere con precisione il momento dell’impresa.
E così la mattina scorre via tra panni lavati e scrittura diari, bagni in spiaggia e riposo generale. Io e Piero proponiamo addirittura una scalata del vulcano in notturna, ma troppe incognite rendono questa ipotesi sconsiderata perfino per noi. Agnese nel frattempo deve impacchettare le sue cose e tornare a Roma per questioni di lavoro. Cercherà di raggiungerci nei giorni successivi. Prima che arrivi il suo treno, nel tardo pomeriggio, io, Massimo, Piero e Giuseppe la accompagniamo a Taormina e poi in stazione.
Tauromenios, la “roccia a forma di toro” protesa verso le profondità joniche, è la prima colonia greca sull’isola di Sicilia. Inerpicata sulla sommità di un capo costiero, col suo teatro si affaccia su una delle più belle balconate di questa sponda. E purtroppo non piace solo a noi: il suo fascino l’hanno resa preda del turismo di massa e per arrivarci ci tocca affrontare qualche chilometro di tornanti tormentati dalle faticose svolte degli autobus turistici.
Tutti l’hanno amata, tutti l’hanno bramata: dai Siculi, suoi originari abitanti, ai Cartaginesi, fino ai Greci che scelsero questa vallata piena di alberi e bestiame per la loro prima colonia, Naxos, e ai Romani, che ne fecero una civitas nobilis.
Arrivati in cima, però, ci si aprono le porte dell’antica cittadella, e l’atmosfera è proprio quella che ci si potrebbe aspettare nell’immaginario del folklore siculo: il duomo, la chiesa, la fiumana di gente. Incrociamo un matrimonio: odore di acqua di colonia e ciocche di capelli femminili raccolti con ordine minuzioso, o intrecciati con pazienza per la sacralità del giorno. Tacchi che faticano sul basolato di pietra lavica.
Il teatro di Taormina domina tutta la costa, sia a nord che a sud. Con le sue geometrie ricurve, si incastona perfettamente nella roccia, creando un unicum tra natura e prodotto umano. Sullo sfondo, l’Etna fuma. Ci vediamo domani.
Accompagniamo Agnese in stazione, che è un edificio affascinante di art nouveau, con reperti storici di anfore e statue nella sala d’aspetto. Ci avviamo verso il campeggio che è già buio. Uno stereo in piazza passa “Despacito”.