Gubbio / Adriatico
La mattina successiva l’appuntamento è per le 6:30. ci aspetta una rapida colazione a Gubbio, e poi la Madonna Della salita, toponomastica che si presta ad una facile inversione. Sulla cima va in scena un tipico ciclodramma buffo: la foto di gruppo con autoscatto. Zio San affina la tecnica già usata il giorno precedente.
Giù per la discesa incontriamo una abbazia con un irresistibile cartello “proprietà privata”, che è chiaramente un invito all’esplorazione. Una vecchia bretone vestita di nero ci sorprende mentre
violiamo sacrestie e navate. Senza proferire parola, la sua presenza ci suggerisce di cercare rifugio altrove. Nei pressi, Rosanna ha trovato un affluente del Giordano dove Zio San amministra il battesimo ad Pio Piero.
Segue bagno ristoratore per tutti.
Verso Frasassi siamo colti da dubbi komootteschi. Si passa di qui? di la? di su?
Un biker con la moglie ci guidano attraverso il neosoprannominato “tracciolino marchigiano”.
C’è tutto: il blocco stradale con i jersey, la sbarra, la stradina nel canyon meraviglioso. Prima però, una breve sosta a Genga, dove una gentile ostessa ci rifocilla con “crescia con salame”. Peppo, dubbioso sulla qualità del salume, vuole sincerarsi e pertanto chiede all’ oste se il salame è buono.
Il vino pure.
Da qui in poi è tutta una inesorabile discesa verso l’Adriatico, dove arriviamo fatta una pausa a Jesi, e dove versiamo la sacra ampolla tirrenica.
Si decide per tagliare la traccia qui, a Falconara. Mura, non potendo prendere il treno prima, prende lo stesso treno due fermate prima e pertanto risale la ferrovia fino ad Ancona, laddove idealmente il percorso finisce.