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Igoumenitsa – Ksamil

Partenza
Igoumenitsa
Arrivo
Ksamil
Giorno di viaggio
10
File gpx
Chilometraggio
57 Km
Dislivello in ascesa
410 Mt
Tipologia di percorso
Paesaggio
Paese
Fondo stradale
Cialtroni
Le mie bici

Nottata di strepiti e cafoni sulla rotta Brindisi – Igoumenitsa: due gruppi di famiglie partenopee vengono quasi alle mani per dei posti poltrona, e a stento vengono separati dai riluttanti membri dell’equipaggio. Un applauso canzonatorio accompagna l’uscita di una delle due famiglie, rivelando che appena lasciate le acque territoriali la bestialità è sempre in agguato. Silenzio il russare di un grassone alle mie spalle con due colpi di banano nel suo orecchio, ma ricomincia dopo pochi istanti.
L’epiro ci accoglie torrido e sbiadito, le forme dei monti aguzzi e pelati. Dopo aver preso il traghetto di ritorno cerchiamo rifugio al caldo in uno tzatziki di un chiosco di un porticciolo a Sagiada, cedendo al sonno arretrato all’ombra di un gazebo sulla spiaggia. Il vento teso smorza a stento la calura, e quando riapriamo gli occhi sono le cinque del pomeriggio. Ci avviamo così per la nazionale desolata, verso il confine albanese. Da una parte il mare, dall’altra i saliscendi impietosi dei rilievi costieri, costellati di attrezzi da lavoro arrugginiti, lamiere e scheletri di cemento di un passato recente e più ottimista.
Alla dogana, il funzionario greco ci crede sulla parola: gli basta la parola Italy per spedirci avanti senza alcun controllo. Quello albanese si limita a dare una pigra occhiata ai passaporti.
Il cambiamento è tangibile nel giro di poche centinaia di metri: se la Grecia è povera ma dignitosa, l’albania mostra i segni di una sofferenza atavica.
Gruppi di uomini cercano riparo al sole e al Tempo sotto l’ombra di un fico, bambini sui 10 anni mandano avanti bar-acche parlando inglese stentato.
Scopro di avere un copertone squarciato, ma in assenza di negozi bici continuo col mio lieve singhiozzo a ogni giro di ruota.
E poi, Butrinto: fiorente città greca, romana e veneziana all’imboccatura di una laguna salata, nascosta nel verde costiero.
Per arrivarci occorre valicare un canale a bordo di una chiatta di legno trainata da carrucole.
Arriviamo a Ksimal col primo buio della sera, e troviamo una stanza a prezzo modico. Una città di forti contrasti, in cui linfluenza musulmana e quella vacanziera kitsch si fondono in maniera stridente. Architettura brutta e calette di mare cristallino, insegne al neon e strade sterrate vedono sfilare gente in costume o canottiere di pessimo gusto. L’odore di carne alla brace pervade ogni cosa.

Foto