Imola / Modena
Nonostante la stanchezza mi sveglio presto, il tempo di ricaricare i bagagli sulla bici e di cambiarmi in una nicchia del parcheggio del condominio di Giulia mentre non passa nessuno, e alle 9 sono di nuovo in marcia lungo la via Emilia. Attraverso di nuovo Imola, pienissima di piste ciclabili e vie preferenziali, m’imbatto in un corteo funebre nel centro, una quindicina di silenziosi e composti partecipanti che bloccano il traffico, proseguo verso l’Ipercoop e non senza qualche dubbio lascio la bici carica legata a un secchione dell’immondizia: il tempo di munirsi di pane, affettati, formaggio, succo di frutta e barrette di cioccolato, e riparto. La SS9 è piuttosto trafficata ma affascinante: corsie laterali per la bici, camion e altri ciclisti, tutti veloci e leggeri, in tenuta da escursione e non da viaggio come me. Sulla striscia dritta e pianeggiante che taglia campi e pioppeti scorrono, come se fossero loro a muoversi e non io, Castel San Pietro Terme, Ozzano e San Lazzaro, sì quello della fiera cantata da Guccini, tutti piccoli borghi rosso mattone costruiti ai lati della strada. Mi fermo un’oretta in un internet point, a Ozzano è giorno di mercato e c’è molta gente.
Entro finalmente a Bologna, come al solito grassa e accogliente, forse un po’ più trafficata del solito. Taglio tutto il centro entrando per Porta San Vitale, un saluto alla torre e ai portici, passo per la Certosa e arrivo per pranzo a casa di Angela, in via Camonia, traversa di via Battindarno. Lì mi attendono Laura, la sua amica toscana (guarda caso, di Vicchio, per cui sono passato ieri), il ragazzo di Angela, originario del Laos, e il cane di lei, Noir, oltre a una pasta al tonno, pomodori e mozzarella, e un liquore sanmarinese alla fragola e banana. Passo lì nel relax le ore calde, e poco prima delle cinque mi rimetto in cammino verso Modena, lungo una via Emilia più minacciosa e trafficata di prima, e con qualche nuvola in più. I camion si fanno più frequenti e la strada più stretta, è un tratto non particolarmente attraente salvo rari scorci agresti (si passano varie zone industriali); passo così Borgo Panigale, Anzòla dell’Emilia e il bel ponte sul fiume Panaro, prima di entrare a Modena ed essere accolto da qualche goccia di pioggia. Due gentili farmacisti mi danno indicazioni per l’unico campeggio della zona, che si trova a pochi metri dal casello di Modena Nord, quindi devo attraversare il centro passando per la via Emilia. Molto bello il duomo, anche se in ristrutturazione.
Molto brutto il campeggio, a pochi metri dall’autostrada e quasi disabitato, a parte qualche famigliola olandese in camper, e due ragazze, sempre olandesi, che vengono in bici da Basilea, Svizzera, e sono dirette a Firenze. Mi regalano una mappa del nord Italia in olandese. Unica nota positiva del posto sono loro due e un tuffo in piscina verso le 8, pochi minuti prima che chiuda (ma perché un campeggio così deprimente dovrebbe avere una piscina? È surreale e grottesco…). Ceno con le cose comprate a Imola, e poi arrivano la notte e le zanzare, più un temporale che alle 4.30 di mattina mi sveglia facendomi mettere tutto in tenda.