Londra / Newchapel
Dopo aver indugiato nel sacco a pelo per le prime ore della mattinata, complice la sbronza della sera precedente, portiamo le bici fuori da casa di Dora e noi stessi fuori dalla quotidianità londinese in pieno effetto hangover.
Ancora una colazione che si trasfigura in pranzo (gli inglesi pare lo chiamino brunch) da Look mum no hands, divenuta ormai meta così abituale da far passare il viaggio in secondo piano. Nemmeno fagioli, uovo e bacon alle undici di mattina riescono a liberarmi dei fumi dell’alcol di ieri. Claudia e Melani lasciano gli occhi appiccicati sulle pennybike della gara del giorno prima, Dora su certi tatuaggi.
La città si deforma, e i suoi ciclisti corrono ancora con la sicurezza di chi non si aspetta manovre imprecise da parte di automobili o taxi. Noi pedaliamo con passo tranquillo e ancora un po’ incerto, neanche il mio mancinismo riesce a mitigare lo spaesamento da guida a sinistra. Il clackson dei bus è implacabile nel suo richiedere diritti basati su convenzioni a loro volta basate sull’assunto che il popolo inglese è diverso da tutti gli altri, e in quanto tale ha diritto a una diversità che non ammette ripensamenti, tutto si muove secondo schemi precisi: i loro.
Ci guadagniamo dunque l’uscita da sud, attraverso Vauxall e Brixton, per incrociare i primi segnali dell’Avenue Verte: l’entusiasmo alla vista delle prime frecce rosso-verdi della Londra-Parigi si mescola a quello per gli scoiattoli nei parchi. La traccia GPS scaricata è approssimativa, e seguire l’Avenue Verte nei centri urbani è impresa ardua, quasi quanto seguire un bianconiglio.
La dannata freccia rossoverde ci conduce dapprima in grandi parchi urbani, poi in deliziosi boschetti bagnati da stagni e canali. Mamme spingono carrozzine, gente che legge in silenzio o fa yoga.
Superata la periferia londinese, il paesaggio comincia a offrire i primi cottage e l’eleganza di una campagna composta, hangin’ on a quiet desperation is the English way. All’altezza di Croydon la traccia dell’Avenue Verte ci sfugge di nuovo e ci perdiamo per un sobborgo in collina, allontanandoci dalle città di Redhill e Crawley. La deviazione ci porta comunque attraverso scorci di aperta campagna fatta di v Le siepi si alzano in verticali dando alla carreggiata l’aspetto di un tunnel, s