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Otranto – Lecce

Partenza
Otranto
Arrivo
Lecce
Giorno di viaggio
9
File gpx
Chilometraggio
48.8 Km
Dislivello in ascesa
200 Mt
Tipologia di percorso
Paesaggio
Paese
Fondo stradale
Le mie bici

È tempo di scissionismo. La tappa di oggi ci porta per qualche decina di km e tuffi ancora tuttű unitű (la ű è nuovo simbolo lgbtc* per indicare gruppi con un solo maschio e tutte femmine) prima di salutarsi. La sveglia tarda ci sorprende nella prestigiosa area camper ” Due Palme”, posto insospettabilmente ameno che occupa un uliveto a mezzo km dalla spiaggia. La costa salentina orientale regala ancora scorci di incredibile bellezza: dalle formazioni calcaree di Sant’Andrea a quelle della Grotta della Poesia, i tuffi si sprecano. Irresistibile al cialtrone è la tentazione di smuovere le acque seminando il panico tra i bagnanti. Dopo pranzo ci separiamo: Jenny, Laura, Laura, Fiorella e Irene restano a prendere il fresco in una pineta per poi puntare a Lecce in serata, io e Valentina acceleriamo per lo stesso percorso, ma verso il treno diretto a Brindisi, in tempo per il traghetto della sera. Torre dell’orso, Roca Vecchia, San Foca, e il blu scandisce ogni giro di pedivella incorniciando i corpi dei bagnanti abbandonati alle onde.

Una rotatoria con divieto di transito cela il tratto più bello e pedalabile dell’intera tappa, l’oasi di Cesine. Ci ritroviamo in una strada abbandonata nella quiete secolare degli ulivi, a poche centinaia di metri dalla costa, che si fa pineta e sentiero sterrato, ombroso, tentacolare. Per una manciata di chilometri la Puglia scompare in un nulla fatto di conifere e aghi a terra. Del mare si avverte la presenza forte, ma non si sente né si vede.

Sbuchiamo a San Cataldo, spiaggia dei leccesi, e ai suoi suggestivi murales. L’ultimo tratto per Lecce è una superstrada in linea retta, fortunatamente deserta. Ne evitiamo comunque dei tratti facendoci largo tra le ragnatele di una ciclabile dismessa. La sera è fatta di ressa, cafoni, file al terminal e bambini che gonfiano materassini in maniera snervante. Ma è comunque meglio del thrill da imbarco a rischio: trovare un biglietto per l’Ellade a mezz’ora dalla partenza senza prenotazione non era del tutto scontato. Oggi s’attraversa il mare scuro, domani chissà.

Foto