Pantelleria giorno 1
La figlia del vento
Bent el Rhia è il nome arabo di Pantelleria, e significa “figlia del vento”. Le ragioni di questo toponimo sono facilmente intuibili: il vento batte implacabile su questo fazzoletto di terra dimenticato dall’Europa e ancora non raggiunto dall’Africa. Qui siamo sospesi tra un blu persistente e i rilievi scuri delle rocce vulcaniche, in un paesaggio unico al mondo. Pantelleria è un’isola unica da girare in bici, il traffico è quasi inesistente e le distanze minime, e ogni tanto fa bene concedersi una vacanza in bici e non un viaggio in bici – ovvero pedalare per raggiungere i luoghi più belli e le spiagge del posto.
Un tour di 4 giorni nell’isola
I 4 giorni di itinerari qui proposti hanno come base di partenza Scauri, località nel sud ideale per spostarsi e tornare in serata. Quanto alle bici, la soluzione più conveniente è quella di noleggiarle in loco, esistono due o tre servizi per questo – noi abbiamo scelto https://www.montainbici.it/ , che affitta mountain bike muscolari o elettriche (le pendenze specie della montagna sono ingenerose) ed è gestito da un giovane biker locale. Nel giro di una trentina di km andata e ritorno è possibile arrivare in tutti i punti di interesse, che sono riassunti nella mappa qui sotto [clicca sulle icone per maggiori informazioni]
Il primo giorno: un’esplorazione della costa sud-est
Appena prese le bici, abbiamo fatto una manciata di km esplorativi nei dintorni di Scauri: questo primo giro ha toccato la bellissima grotta di Sataria, una caletta rocciosa a poche centinaia di metri dall’ex albergo di Gheddafi, oggi confiscato e inaccessibile, che guarda nostalgico le coste tunisine (col cielo limpido si vedono!). Poi si risale verso la perimetrale ovest, dove il blu impera: qui la vegetazione è bassa e tutto ha un odore diverso, un po’ come il dialetto che parlano qui: un siciliano schivo, discreto, che tradisce elementi arabi frutto di secoli di influenza moresca. Anche le tipiche abitazioni pantesche, i dammusi, richiamano il gusto mediorientale: sono case a un piano, estese in orizzontale, con una o più cupole in calce bianca, costruite in modo da sfruttare la frescura e l’ombra regalata come un dono raro. Arriviamo così al Parco Archeologico dei Sesi, antichissima popolazione autoctona dell’isola: ciò che rimane delle loro fortificazioni ricorda alla larga gli Etruschi o le civilità micenee, con dei tholos in pietra viva a sorvegliare le coste occidentali. Oggi i fichi d’india restano a vegliare il loro sonno millenario in riva al mare. Per chiudere questo primo anello, sfruttiamo la circonvallazione alta, che ritorna a Scauri a mezza costa con panorami incredibili dei dammusi affacciati sul blu.