Parigi #3
Torno dopo tanti anni a visitare il Cimitero di Père Lachaise con Paolone.
Jim Morrison e Oscar Wilde si trovano seguendo le file di persone che fanno slalom tra le tombe, assetate di mito immobile: quando una celebrità è morta, non può più sfuggire ai suoi fan. Niente più bodyguard o poste sotto gli alberghi, solo un po’ di marmo scolorito dai flash.
Vicino al bloccone squadrato che sta-per-Jim, un albero pieno di gomme da masticare appiccicate con citazioni scontate e ripetitive: le più gettonate, People are strange e See ya on the other side.
La più significativa resta Bye Jim – your friends from a desperate land – Siria.
Dopo l’omaggio agli illustri cadaveroni, ci dedichiamo alla ricerca di una sciarpa del Paris St.Germain per il fratello di Paolone, e alla riparazione del portapacchi della bici, che con le buche parigine ha perso tutte le viti: me lo fissa un ciclista su Boulevard Voltaire, senza farmi pagare nulla: “Tu es sportif, il n’ya rien à payer“.
Nel frattempo, il mio ginocchio si fa sempre più gonfio. Lanciato in discesa per rue de Belleville, mi accorgo che da lì i palazzi incorniciano con precisione la Tour.
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