In mattinata, vado a informarmi dei treni per il ritorno: ovviamente, non ne esistono di diretti, quindi prendo un biglietto Parigi/Ginevra/Milano, lasciando al caso e al domani la responsabilità del resto dei chilometri che mi separano da casa.
Accompagno Chiara a Ivry-sur-Seine a cercare un appartamento per i suoi genitori, che verranno a giugno a trovarla. Scesi dalla RER, ci avventuriamo nel sobborgo parigino: edifici variegati che vanno dal casermone grigio al palazzo d’epoca col viale alberato. Oggi in Francia è festa nazionale, e le strade sono deserte: solitudine al gusto kebab e internet point lasciati a lampeggiare senza scopo. Ivry tiene aperte solo le strette necessità delle comunità di immigrati, ai quali della festa nazionale importa poco, e che quindi si aggirano a gruppetti senza meta.
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