Pisa / Lucca / Pisa
Minimali e ricercati vs. Abbondanti e dozzinali
La mattina pisana è serena e calda, la decisione di rimanere due notti da Gioacchino è praticamente automatica. Quindi oggi tappa – passeggiata con gita a Lucca e ritorno nel pomeriggio. Pranzo al sacco a base di galline, pardon, di pane e frittata con uova di giornata. Il gruppo ciclistico a cinque sulle graziose statali che si inoltrano per borghi medievali mette ancor più in risalto i differenti approcci alla Bicicletta: già, perché esistono tanti modi di intendere le pedalate quanti sono i diversi caratteri di ogni persona. E le sgangherate mountain bike di Gioacchino e della sua ragazza, rimesse a posto in ciclofficina e sottratte a fine ingloriosa, hanno pari dignità della nostra attrezzatura da viaggio.
E c’è dell’abbondante e del dozzinale un po’ ovunque, sulla cattiva strada.
Io stesso durante queste tappe toscane ho ceduto in più di un caso al fascino della scuola-Saverio, che è stata ribattezza per l’occasione “Minimali & Ricercati”: in fin dei conti, il suo dio Benessere non è altro che il primato della qualità sulla quantità, a differenza mia.
Prima di partire da Pisa, è proprio Saverio che ha ancora problemi con la regolazione del manubrio, e il seguente scambio mostra alla perfezione il discorso degli approcci:
“Abbondà, non è che c’hai la chiave per stringere il manubrio?”
“Ma come, te sei portato due Go-Pro, una tenda che non abbiamo usato, iPad, macchina fotografica, e non hai una chiave per il manubrio? Tiè, prova questa”
“Non è questa, ne hai altre?”
“Forse questa?”
“No, è uguale all’altra”
“Allora questa qui”
“A dozzinà, ma ‘ste chiavi so’ tutte della stessa misura! Ma che te le porti a fà? Certo pure te…”
“…”
Prima di dirigerci verso Lucca, è doverosa una visita a Piazza dei Miracoli, la cui maggiore attrazione è ammirare turisti di ogni nazionalità, etnia, sesso e religione che si fanno fotografare nell’atto di sostenere con un braccio la torre pendente: la scena collettiva, vista da una prospettiva diversa da quella dell’obiettivo delle future foto-profilo su facebook, risulta una prova generale di saluto romano per diversamente abili: svedesi, filippini, giapponesi e messicani col braccio teso verso inconoscibili orizzonti e un idiota sorriso stampato in faccia, come a dire “Eh, la so lunga, io”, il tutto in mezzo al prato, senza nessuna logica apparente.
Decido di imitarli, creando in tal modo un monumento al nonsense.
Usciti da Pisa, percorriamo una statale lungo l’ “itinerario ciclopedonale Puccini”, evitandolo accuratamente per il rischio di non finire a Lucca. La carovana di cinque bici traballa in successione segmentata a ogni passaggio di auto, producendo il probabile effetto visivo di un dragone cinese. Costeggiamo il fiume Serchio, che col suo lento scorrere color verde terra accompagna la nostra marcia in senso inverso, allontanandosi dalla nostra meta in direzione del mare.
Lucca ci accoglie immersa in una giornata di caldo umido e vestita della sua imponente cinta muraria, sormontata da una ciclabile lungo tutto il perimetro della città. Branchi di turisti pascolano seminascosti dai loro occhiali da sole, biciclette da passeggio disegnano traiettorie armoniche. Pane e frittata sui prati al sole e relax totale. Benessere dozzinale.
Sulla via del ritorno, una frenata imprevista dovuta alla catena della bici della ragazza di Gioacchino e la distanza ravvicinata tra noi cinque causano un tamponamento a catena che risparmia soltanto Gioacchino, primo della fila. Grazie alla velocità bassa, i danni si limitano a un paio di portapacchi piegati.
Lungo la strada, poco più avanti, un ramo di un grosso ciliegio esce dai suoi confini privati della villetta cui appartiene. I suoi frutti sono enormi e maturi, e attendono soltanto un braccio che lo curvi fino alla portata di mano, e di fauci. È forse possibile evitare una nuova sosta?
E a chi obiettasse che quell’albero è di proprietà privata, si risponde che giustizia e legalità non sempre coincidono. La cena a Pisa ci coglie impegnati in accese discussioni su politica e concezioni della vita.