UN LUNGO VIAGGIO
Fra il 16 e il 22 settembre si svolge ogni anno la settimana europea della mobilità, la campagna di sensibilizzazione più importante della Commissione Europea sulla mobilità urbana sostenibile.
Ho deciso di partecipare alla campagna con un viaggio di 5 giorni in bicicletta da Roma a Lecce, dove parteciperò alla conferenza della Società Italiana per le Scienze del Clima, che quest’anno è dedicata alla presentazione di una visione multidisciplinare dell’evoluzione del clima del Mediterraneo, dal paleoclima agli scenari per il futuro.
Durante la conferenza presenterò il modello climatico per la regione del Mediterraneo di cui ho già parlato qui.
Ma alla conferenza ci arrivo in bicicletta.
Ho pensato di suddividere il viaggio 5 tappe
– Primo giorno tappa lunga fino a Capua. Sono 210km, ma varie esperienze passate dicono che sono tranquillamente fattibili in giornata, anche senza un particolare allenamento ulteriore rispetto all’uso quotidiano della bicicletta. Mi tolgo subito il pensiero di un bel po’ di km in pianura.
– Il secondo giorno è di recupero: circa 70 km fino a Benevento, per riprendere fiato ed iniziare ad affrontare un po’ di pendenza prima dello scollinamento verso la puglia.
– Il terzo giorno, domenica, l’organismo dovrebbe essersi ben caricato di endorfine e sarà pronto per affrontare il tratto più impegnativo: circa 100km di cui i primi 40km per superare i due principali valichi, a quote non superiori di 650m, e il resto discesa verso il foggiano. Per il terzo giorno non ho ancora una meta esatta, vedrò fin dove mi spingono il vento e la forza di gravità.
– Il quarto giorno spiana: l’obiettivo è di pedalare circa 200km attraverso le Murge fino alla Valle d’Itria e pernottare a Cisternino.
– Durante il quinto giorno rimangono da percorrere gli ultimi 70km e il piano è sveglia presto con arrivo a Lecce nel pomeriggio, in tempo per poter partecipare all’aperitivo di inaugurazione della conferenza.
Il programma è impegnativo e ci sono molte cose che possono far cambiare i piani strada facendo. Per mettere tutto nella giusta prospettiva mi preparo leggendo il racconto di Moitessier sul suo viaggio a vela intorno al mondo, senza scalo, da solo e senza radio trasmittente.
Nei prossimi giorni potrei cercare di spiegare perché ho deciso di fare questo viaggio. Ma intanto mi viene in soccorso lo stralcio dalla quarta di copertina del libro di Moitessier, che tutto sommato potrebbe essere la spiegazione migliore:
“Non si chiede a un gabbiano addomesticato perché di tanto in tanto provi il bisogno di scomparire verso il mare aperto. Ci va e basta, è un fatto semplice come un raggio di sole, normale come l’azzurro del cielo.”
Ci risentiamo.