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Syri I Kaltër – Igoumenitsa

Partenza
Syri I Kalter
Arrivo
Igoumenitsa
Giorno di viaggio
12
File gpx
Chilometraggio
93 Km
Dislivello in ascesa
670 Mt
Tipologia di percorso
Paesaggio
Paese
Fondo stradale
Cialtroni
Le mie bici

La mattina seguente mi coglie più determinato e autolesionista, e tento l’immersione totale nel Blue Eye: superato il punto di non ritorno, quello dell’acqua sotto l’ombelico (per così dire), il resto è facile. L’acqua è così gelida che fa male. La colazione consiste in un caffè annacquato e in una camomilla che viene spacciata a più riprese per tè a Valentina.

Ci avviamo quindi sulla strada del ritorno verso Sarandë, sotto il sole del mezzogiorno, con quel tempismo e disciplina noto solo a certi monaci tibetani. Dopo aver superato il polveroso tratto sterrato, oggi trafficato al limite del pedalabile, ripercorriamo il fluire del fiume in leggera discesa. Il saliscendi obbligato per Sarandë è costellato di tamarri e autocarri ripieni di calcinacci: due quasi sfiorano il tamponamento, ridendone con gli amici al benzinaio vicino; altri due non riescono a evitarsi, ma constatata l’assenza di danni notevoli risalgono nelle rispettive auto con indolenza fatalista.

I bus da qui arrivano soltanto al confine greco, ma la parte più difficile è riconoscerli: vecchi furgoni, minivan, pulmini sgangherati si affollano a questo o a quell’incrocio. Riceviamo informazioni sempre diverse, fino a quando un albanese che parla italiano ci indica il mezzo giusto: il conducente è disponibile e gentile, comunica a gesti piuttosto che esprimersi nella sua lingua, e ci sistema le bici nel vano posteriore.

A ogni fermata il bus, già stretto di suo, si riempie oltre le sue capacità di persone e di sudore. Nessuno protesta, nessuno sgomita: il senso di adattamento si vede meglio in condizioni precarie.

Il bus ci scarica a pochi metri dalla dogana per poi tornare indietro; capre indolenti si allungano dietro un chiosco per cogliere le foglie più alte. Svogliati controlli di rito, e subito dopo la discesa ci avvolge di calore e orizzonti blu. Incredibile come già a pochi km in terra greca il paesaggio cambi, nella cura e nell’amore nel coltivarlo.

Percorriamo gli ultimi 20 km tra campi di limoni verdi e cani troppo pigri per correrci dietro. La notte la passiamo al camping Drepanos, una lingua di terra coperta di eucalipti all’imbocco della baia di Igoumenitsa.

Il mare è calmo che pare un lago, i contorni di Corfù annegano nel rosso. Piantiamo le tende appena fuori dal campeggio, proprio in una macchia sulla spiaggia. In tempo per un bagno notturno, per squattare un’amaca e per essere risvegliati dalla sirena dei traghetti.

Foto