Alla “Taverna del Barone” di Fumone
TRA CAMPAGNE CIOCIARE, FERROVIE ABBANDONATE E ROCCHE MEDIEVALI
Un percorso di media difficoltà, ottimo come rapporto fatica/bellezza dei luoghi visitati, anche grazie al tratto della bellissima pista ciclabile Piglio/Fiuggi (su questa pagina sono riportate informazioni più dettagliate a riguardo) incluso nell’itinerario. La campagna ciociara sa offrire degli scorci di bellezza inaspettata, e la via Prenestina non è soltanto quella all’ombra della sopraelevata e alle luci degli aperitivi al Pigneto.
La meta consigliata, l’antica Rocca di Fumone (Arx Fumonis), nei pressi di Alatri, è un affascinante borgo medievale caratterizzato dal castello della famiglia Caetani, che un tempo era utilizzato come luogo di avvistamento (“Quando Fumone fuma, tutta la campagna trema”, recita un detto locale); fu l’ultima dimora di prigionia di Papa Celestino V (“colui che per viltade fece il gran rifiuto“, come diceva Dante), e vanta una storia lunga e densa di fatti di sangue e leggende di fantasmi, tra cui quello di un antipapa murato vivo e mai ritrovato, o quello di Emilia Caetani Longhi, madre del piccolo erede al casato avvelenato a 5 anni dalle sorelle, il cui corpo mummificato è ancora visibile nel castello. Insomma, un posto allegro.
Per arrivarci si può partire dalla stazione di Anagni/Fiuggi (i treni della linea Roma/Cassino sono frequenti, ma per essere alla trattoria all’ora di pranzo consigliamo di prendere la corsa delle 7.42, che arriva alle 8.28, o quella delle 8.07, che arriva alle 9.06). Lasciato il piazzale della stazione, prendiamo la via Anticolana SS145r, una statale poco trafficata che fende la campagna. Superato il cavalcavia che passa sotto l’autostrada, ci lasciamo a destra il paese di Anagni seguendo la strada in mezzo agli uliveti. Il traffico si fa poco più intenso, ma c’è un’ampia corsia di emergenza che la rende più che percorribile.
Dopo una breve discesa e un paio di curve, appare alla nostra sinistra il bivio per Piglio: la strada provinciale si fa più stretta, il traffico sparisce, il panorama diventa più bello. Ah, inizia anche la salita. Attraverso varie contrade e frazioni saliamo dai 300m della via Anticolana ai 550m di Piglio, nel giro di circa 4 km. Arrivati al paese costeggiando una via Prenestina in veste inedita, però, possiamo immetterci nella ciclabile costruita lungo l’antica ferrovia Roma/Fiuggi.
Questa infrastruttura ci offre una passeggiata in falsopiano, tendenzialmente pianeggiante, sul bordo del costone che digrada nella pianura ciociara, con le alture preappenniniche a sinistra e l’immensa vallata a destra. Il fondo stradale è asfaltato, anche se poco curato. Bellissime le antiche stazioni restaurate, i pali elettrici che portavano elettricità ai treni e i ruderi lungo il percorso.
Giunti ad Acuto, grazioso paesino di un migliaio di abitanti addossato sui colli, ci si può anche concedere una sosta, oppure proseguire per un tratto tra vigne e alberi di fico fino a Fiuggi. Qui la ciclabile subisce delle piccole interruzioni e il fondo stradale è leggermente più sconnesso, ma niente di drammatico; Si percorre un bel tratto in leggera discesa nel bosco ombroso, e poche centinaia di metri prima di entrare nel paese noto per l’acqua e per patetiche svolte politiche il percorso ciclabile confluisce nella Prenestina.
Attraversata Fiuggi lungo la Prenestina, troviamo un bivio sulla destra che indica il Lago di Canterno, e una bella provinciale in discesa che passa con due larghi tornanti davanti agli stabilimenti termali prima, e a un golf club poi. A questo punto le rilassanti distese azzurre del Lago di Canterno accompagnano la pedalata: se è estate e/o fa caldo, un bagnetto è ipotesi da non trascurare. Per uscire dalla vallata del lago è necessario affrontare un paio di chilometro di salita (niente di proibitivo!), che si apre su una nuova vallata panoramica. Un po’ di pianura prima di affrontare gli ultimi 3 km di strappo e tornanti che ci portano ai 783 m della rocca di Fumone, e il meritato banchetto è dietro l’angolo.
Il ritorno presenta come unico rischio la discesa in stato di (necessaria) ebbrezza, fino alla stazione di Ferentino, dalla quale è possibile tornare a Termini, con treni molto frequenti (consigliati 17.17>18.20, 18.17>19.20, 18.28>19.48, ma ce ne sono molti altri anche dopo fino all’ultimo delle 21.15).
LA “TAVERNA DEL BARONE” (clicca per il sito)
Una vera e propria locanda medievale, con cameriere vestite con abiti tradizionali ciociari, all’interno del borgo antico, con soffitti sorretti da travi di legno e mura in pietra viva. L’atmosfera è casareccia e de core, e non è raro essere allietati (e messi in mezzo) dalla performance di Simone, suonatore di organetto e leggenda locale, che si aggira tra le tavolate di legno eseguendo un repertorio di canzoni popolari sconce e stornelli.
Come nella migliore tradizione delle osterie, il menu è fisso, quindi non c’è da fare tanto i difficili: anche perché è raro uscire dall’antro poco soddisfatti, i piatti sono quelli della tradizione contadina ciociara, la roba è tanta e genuina. Gli antipasti sono salumi, formaggi e bruschette (il salame e il prosciutto di montagna meriterebbero da soli un pellegrinaggio), e preparano ai due primi (solitamente le tipiche sagne col pomodoro e i maltagliati con i fagioli, ma variano a seconda della disponibiltà stagionale). Implacabili come una ghigliottina sul fegato, arrivano i secondi di carne: arrosti vari con patate e salsicce probabilmente fatte con le carni di una qualche divinità. Insalatina pe’ sciacquasse la bocca, in attesa di grappe o limoncini fatti in casa.
Particolare non secondario: vino a volontà e senza limiti, incluso nei 20€ del menu fisso. E se proprio avete la necessità di spendere altri 10€, la visita al castello di Fumone merita davvero.