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Alle Cascate di San Giuliano in MTB

Partenza
Santa Severa stazione FS
Arrivo
Ladispoli stazione FS
File gpx
Chilometraggio
37.4 Km
Dislivello in ascesa
520 Mt
Tipologia di percorso
Paesaggio
Regione
Fondo stradale
Cialtroni

‘NA CASCATA A FORMA DE CASCATA
Un itinerario per mountain bike fino alle meravigliose e sconosciute Cascate di San Giuliano, tra Cerveteri e Manziana. Si tracciato definito “invernale”, perché anche nei mesi più piovosi non vi si trova molto fango a differenza di sterrati più umidi come la Capranica/Civitavecchia.

Anche il senso scelto per l’anello consente una salita con fondo migliore rispetto alla discesa, e questo ne diminuisce notevolmente la difficoltà. Pensato infatti per partire dalla stazione FFSS di Santa Severa, guadagna quota in direzione Sasso per un sentiero che alterna asfalto molto sconnesso alla strada bianca, in leggera ma costante salita. Ci arriviamo attraversando il cavalcavia della ferrovia e continuando sempre dritti per via Garibaldi, che prosegue in questo modo anche oltre l’autostrada.

Man mano che guadagniamo quota, il panorama si tinge dei colori tipici dei Monti della Tolfa, aree di macchia e pascoli bruciati dal sole, popolati solo da placidi bovini e rovi di more. Alle nostre spalle, il mare.
Oltrepassato Pian della Carlotta e giunti all’altezza di Sasso, proseguiamo a sinistra per qualche km di provinciale SP2C; giunti alla frazione Sambuco, svoltiamo a destra per via Castel San Giuliano, che ci condurrà all’omonimo paesino lungo strade di campagna frequentate soltanto da trattori.
La vegetazione comincia a farsi più folta, i primi scrosci dei torrenti accompagnano la nostra pedalata.

Il borgo di Castel San Giuliano è una manciata di case di tufo, un insediamento prima etrusco, poi romano, poi tenuta nobiliare della famiglia Patrizi, il cui sfarzo è ancora ostentato dall’omonimo palazzo. Qui troverete una fonte e un minimarket prima di prendere il sentiero per le cascate, che lascia il paese in una violenta discesa su sterrato (occhio). Da qui in poi il sentiero diventa più piccolo e avventuroso, e sono previsti attraversamenti di cancelli chiusi con dei lacci per impedire il passaggio degli animali, dei punti in cui la bici andrà sollevata da terra per scavalcare e dei piccoli guadi.

Poco prima delle cascate, il sentiero si divide in due tracce parallele, una coperta di rovi e spine, l’altra pratosa, separate soltanto da una recinzione di filo spinato con dei varchi che consentono di passare dall’una all’altra. A voi la scelta tra spine e prato.

L’accesso alle cascate, segnato comunque nella traccia gpx, è una rampetta in discesa che ci porta alla base del salto dell’acqua, in una meravigliosa pozza d’acqua nella quale un bagno ristoratore è quasi doveroso.

Per completare l’anello, possiamo proseguire il sentiero verso destra, dove dopo poche centinaia di metri incontreremo una fonte e nuovo guado, per imboccare un antico sentiero etrusco in parte scavato nella roccia. Il single track si fa a volte insidioso e a seconda del grado di allenamento è consigliato o meno scendere dalla bici per attraversare alcune strettoie rocciose.
Da qui la discesa nel bosco si fa irta e divertente, e passa anche davanti all’accesso alla seconda cascata, dal salto più modesto.

Arrivati al bivio alle sponde del fiume, possiamo continuare a sinistra con un fondo decisamente migliore e andamento pianeggiante, per rilassarci un po’ fino all’attraversamento dei cancelli di contenimento bovini, dove dopo aver sollevato le bici possiamo leggere il cartello “attenzione pericolo tori” (o topi, la scritta era sbiadita).

Ancora un po’ di sterrato più tranquillo del sentiero precedente, e costeggiamo il corso del fiume Vaccina fino a immetterci nella provinciale 4/a fino a Cerveteri e di lì alla stazione di Ladispoli.

Foto