Alle Cascate di San Vittorino e al Monte Guadagnolo
Un percorso per bici gravel o MTB nelle alture a est di Roma, che si fa strada tra le pieghe urbanistiche dei suoi sobborghi e quelle orografiche dei primi rilievi dei monti Prenestini. La traccia è tortuosa e talvolta non facile da seguire, sfruttando sterrati o strade poco trafficate, con l’intento di cercare il particolare, il nascosto, la curiosità inaspettata: in questo caso la curiosità inaspettata sono le Cascate di San Vittorino, e l’acquedotto romano poco distante.
Per arrivarci, la nostra traccia parte dalla stazione ferroviaria di Tivoli Terme, per evitare una noiosa e trafficata uscita dal Raccordo lungo la Tiburtina. Da qui prima di Villa Adriana svoltiamo a destra in direzione Villaggio Adriano, tra periferie anonime e strade risparmiabili, per costeggiare il Fosso Saviano, affluente dell’Aniene il cui corso risaliremo fino alle cascate.
Superato il sottopasso dell’A24, ci ritroviamo all’incrocio della via Polense, e ne prendiamo un breve tratto per poi svoltare in via di San Vittorino, strada ombrosa e poco frequentata che ci porta all’omonimo borgo. Questa zona è ricca di tesori archeologici di epoca romana e di torri e fortificazioni medievali, facendo parte di un quadrante strategicamente importante per l’antica Gabii.
Superato il borgo, che giace abbarbicato nel tufo poco sopra il fosso Saviano, un sentiero sterrato ci porta alle cascate, dove è possibile rinfrescarsi mettendo le zampe a mollo. Sempre su sterrato risaliamo il corso del fosso al fresco, tra single track e strade bianche, fino a incontrare il bellissimo Acquedotto Romano Anio Vetus, che conserva ancora le due file di arcate e si staglia solitario in uno scenario incontaminato. Il fondo altimetrico qui è piuttosto nervoso, e riserva improvvisi e ripidi strappi alternati a tratti più pianeggianti. Il lato positivo sono quasi 10 km lontani dal traffico, che risalgono tortuosamente il corso del torrente nel verde intenso.
Lasciamo questi sentieri solo poco prima di San Gregorio di Sassola, da dove parte l’ingrata scalata dal versante più duro del Monte Guadagnolo già menzionata nel percorso dedicato a questa cima. 11 km di cementata o strade secondarie dalle pendenze infami, con punte al 17%. Lasciamo questa strada che ama prende i rilievi di petto solo poche centinaia di metri prima della cima, dove confluisce sulla tradizionale asfaltata a tornanti che proviene da Capranica Prenestina.
Una volta raggiunti i 1218 metri della cima, il ritorno è tutto in discesa fino alla stazione ferroviaria di Zagarolo, passando per Capranica, Castel San Pietro Romano e Palestrina.