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I Monti Lepini, da Colleferro a Monte San Biagio

Partenza
Colleferro stazione FS
Arrivo
Monte S. Biagio stazione FS
File gpx
Chilometraggio
84.2 Km
Dislivello in ascesa
850 Mt
Tipologia di percorso
Paesaggio
Regione
Fondo stradale
Cialtroni
Le mie bici

I MONTI LEPINI, AL CONFINE TRA STATO PONTIFICIO E REGNO DEI BORBONI

Un itinerario per roadbike di media difficoltà, con una bella scalata attraverso una delle catene montuose costiere meno conosciute della regione Lazio: i Monti Lepini, che dividono la provincia di Frosinone da quella di Latina, l’agro ciociaro da quello pontino, la campagna dal mare. E come al solito, in mezzo a due paesaggi diversi c’è un rilievo, un ostacolo da superare.
Il percorso parte dalla stazione ferroviaria di Colleferro, sulla linea Roma/Frosinone/Cassino: la città non è di particolare fascino o interesse turistico – questo posto è noto soprattutto per le acciaierie e lo stabilimento della FIAT – ma è comodo per iniziare a pedalare subito vicino ai monti.
Infatti, superato il centro abitato, iniziamo subito a guadagnare quota, in maniera graduale ma costante: i boschi si fanno largo ai lati della strada, soppiantando gli edifici e le fattorie, il traffico si dirada. Passiamo a fianco a Segno, attraversiamo il borgo di Montelanico, e saliamo ancora: al nostro passaggio, mucche e cavalli allo stato bravo ci osservano senza la minima intenzione di liberare la carreggiata, come fosse un loro regno inviolabile.
Ancora salita, fresco, boschi, fino all’ingresso a Carpineto Romano, nel cuore dei Monti Lepini. Una doverosa pausa per ammirare la città che fu lo “bello stato” di Donna Olimpia Aldobrandini, parente di papa Clemente VII, e che diede i natali a papa Leone XIII: papi e nobili la abbellirono con palazzi, fontane e chiese, la più famosa delle quali è la Collegiata del Sacro Cuore – anche se la più affascinante e antica è la Chiesa di Sant’Agostino, che incontriamo sulla destra entrando in paese.
Dopo esserci districati tra i tortuosi vicoletti, usciamo in direzione sud per un costone di roccia, parete verticale a destra e vallata panoramica a sinistra, in leggero falsopiano: è forse il più punto più bello dell’itinerario, il traffico è pressoché inesistente e ci si può rilassare al massimo.
Dopodiché, la discesa: lunga, violenta, ventosa. Una miriade di tornanti e serpentine impegna i discesisti in una serie di traiettorie aerodinamiche, perdendo tutta la quota che si era guadagnata in cambio di ebbrezza e velocità.
Un lungo rettilineo alberato ci conduce poi alle pendici della rocca di Priverno: a seconda del tempo che abbiamo, possiamo decidere se visitare il suo centro storico medievale, oppure girarci intorno in direzione dell’Abbazia di Fossanova.
La dimora di San Tommaso d’Aquino è ancora oggi una piccola città-stato medievale, un capolavoro dell’ordine cistercense sopravvissuto nei secoli.
Il ritorno alla stazione per prendere il treno verso Roma presenta due scelte: la più vicina è proprio quella di Priverno/Fossanova, a due passi dall’abbazia, tagliando una ventina di km dall’itinerario; la più panoramica, nonché quella che segnalata nella traccia gps, sfrutta invece i canali di bonifica del Lungo Amaseno già descritti in questo articolo, per passare attraverso Terracina e prendere il treno a Monte San Biagio.

Foto