I Monti Simbruini in MTB
APPENNINO MON AMOUR
Un itinerario per MTB breve ma intenso sui Monti Simbruini, che offre paesaggi meravigliosi e presenta più varianti in base a lunghezza e difficoltà. Il giorno della nostra uscita abbiamo incontrato una notevole quantità di neve, che se da una parte ha reso tutto più affascinante e luminoso, dall’altra ha rallentato e quindi accorciato notevolmente il giro, anche a causa delle scarse ore di luce.
La partenza che abbiamo scelto è il borgo di Pereto (AQ), ma il sentiero è facilmente raggiungibile anche dalla stazione ferroviaria di Oricola-Pereto, allungando di circa 4 km (+ 4 al ritorno) di strada provinciale asfaltata. Da via Borgo Modena cominciamo ad arrampicarci per un paio di tornanti fino a imboccare Via della Montagna. Da qui in poi l’asfalto cede progressivamente il passo prima a un terreno ghiaioso, poi sassoso, infine sterrato. Durante la salita, piuttosto ripida nei primi 4/5 km poi più graduale, compaiono un paio di fontanili utili per ricaricare le borracce.
Il paesaggio dei Simbruini è incontaminato e indossa nuovi abiti a ogni curva: dal bosco autunnale e i suoi colori caldi e accesi che si riflettono nelle numerose pozzanghere, passiamo a una vegetazione più appenninica: le pozze di fango iniziano a riempirsi di piccoli iceberg, le rocce bianche tipiche dei monti dell’Italia Centrale affiorano sempre più frequenti, i contorni si fanno frastagliati.
La neve compare prima a chiazze, e con l’ascesa si fa sempre più invadente: i copertoni segnalano i numerosi cambiamenti di fondo con una sinfonia di scricchiolii, prima il suono caldo e secco dei sassi, poi quello viscido e melmoso del fango, poi quello croccante del ghiaccio e infine le varie sonorità corrispondenti alle infinite consistenze della neve. Il paesaggio regala scorci dagli ampi orizzonti, vallate estese e tratti di bosco in cui gli alberi reggono a fatica il loro peso di bianco.
L’andamento altimetrico pare placarsi e risvegliarsi di botto, concedendo ora riposo, ora impegnando la gamba (e anche le braccia, visto il fondo) fino ai circa 1500 m del valico della Madonna di Morbano, dal quale si gode di una spettacolare vista panoramica dei Simbruini. A causa delle condizioni, giunti qui in cima abbiamo deciso di tornare in discesa per la stessa strada dell’andata, ma i sentieri che solcano questa zona sono innumerevoli e variegati per lunghezza e difficoltà: ci troviamo sul crinale tra due vallate nei pressi di Vallepietra, a sinistra abbiamo Camporotondo, Cappadocia e Capistrello, mentre a destra le alture del Monte Livata e più in là Subiaco, quindi c’è soltanto l’imbarazzo della scelta.
Un consiglio per la discesa: non fate come me che ho usato una Legnano primi anni Novanta, senza forcella ammortizzata e senza freni a disco, mantenere il controllo può risultare problematico.