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La ciclabile della Magliana – Roma Sud

Partenza
banchina Tevere altezza Porta Portese
Arrivo
ponte di Mezzocammino altezza GRA
Chilometraggio
14.4 Km
Dislivello in ascesa
29 Mt
Tipologia di percorso
Paesaggio
Regione
Fondo stradale
Le mie bici

TRA I PINK FLOYD E PASOLINI

È un giro per le periferie di Roma Sud, dove la bellezza fa l’amore col degrado, tra angoli di sapore pasoliniano e scorci che sembrano la foto scartata per la copertina di “Atom Heart Mother”, campagne deturpate da impianti depuratori, antiche torri diroccate, ferraglie abbandonate e campi nomadi. E campi di grano a ridosso degli ultimi chilometri di biondo Tevere.

Anche se la ciclabile del Tevere prosegue verso nord fino a ricongiungersi con l’altro itinerario verso Saxa Rubra, l’ideale partenza è la rampa in prossimità del lato trasteverino di Ponte Sublicio, dalla quale ci si immette subito nella placidità del corso il fiume, da cui è possibile ammirare tutta la zona del Porto Fluviale immersa in un silenzio irreale per Roma.

Il corso della ciclabile è pianeggiante e in condizioni decenti, tranne nei periodi di pioggia e conseguente piena del Tevere, che lasciano detriti, fango, buste di plastica sui rami, e nei casi peggiori rendono inaccessibile il passaggio sotto uno dei ponti, in cui la strada è quasi al livello del fiume.

All’altezza di Lungotevere degli Inventori, la pista risale dagli argini (?) fino a Ponte Marconi, per poi proseguire verso via della Magliana, per costeggiarla fino a Riva di Pian Due Torri, dove il panorama suburbano alterna campi sportivi, orti urbani a riva fiume e palazzine occupate. Cemento e violette a bordo strada. Zingari coi loro carrelli pieni di rame.

Si svolta sul ponte del Viadotto della Roma/Fiumicino, in un’ “apposita” corsia protetta da guardrail, e si attraversa così il Tevere, per poi scendere di nuovo in prossimità delle sue sponde e costeggiarlo dall’altro lato, sempre in direzione della foce. Dopo aver attraversato una piccola discarica abusiva, si entra in un luogo dove le leggi occidentali non valgono, ma solo quelle degli sfasciacarrozze e dei televisori abbandonati e impilati ad attendere la stagione successiva.

Prefabbricati e roulotte sulla destra, orti e caprette al pascolo sulla destra del nastro rosa ciclabile, mentre dalla sinistra giungono gil ululati del traffico della via del Mare e dei cani abbandonati a marcire nel canile. Il Tevere assiste a tutto da decenni, e continua ad andare verso l’Idroscalo. Un breve sottopassaggio (attenzione, NON è solo ciclabile, ed è possibile incontrare una macchina a sorpresa proveniente dall’altro lato!), e ci si ritrova alla chiuse in prossimità di un ponte romano del IV secolo sormontato da uno dei mostri di cemento che sorreggono la Roma Fiumicino. Per chi avesse sete, c’è una fontanella melmosa proprio davanti.

Da qui in poi è campagna, a destra si vede Monte Cucco, i resti di una torre diroccata e il ponte della Wind, a sinistra enigmatici casolari (semi)abbandonati, campi di grano e vipere che mutano la pelle. D’estate, occhio agli scarafaggi che attraversano la ciclabile attratti dal rosa dell’asfalto. Al frinire delle cicale si sostituisce il nitrire dei cavalli dalla stalle dell’Ippodromo di Tor di Valle, seguito dal ronzio di un brutto depuratore, fino alla fine della pista, in prossimità del Ponte di Mezzocammino, occupato dal GRA. Un tempo c’era un baretto abusivo gestito da polacchi, dove era bello prendere un Campari per perdere immediatamente la forma acquisita coi 15 km di tranquilla pedalata, ma ha chiuso da qualche anno.

Teoricamente è possibile proseguire attraverso un passaggio sterrato che conduce a una corsia protetta del ponte, traversare di nuovo il Tevere e perdersi per campi fino a Ponte Galeria, e volendo fino a Fiumicino, ma non c’è nulla di asfaltato e talvolta anche il sentiero sterrato si perde negli scarti del Sacro GRA.

Foto