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La Grande Traversata Ciociara, tra il lago di Posta Fibreno e il fiume Liri

Partenza
Roccasecca stazione FS
Arrivo
Ceprano stazione FS
File gpx
Chilometraggio
68 Km
Dislivello in ascesa
720 Mt
Tipologia di percorso
Paesaggio
Regione
Fondo stradale
Cialtroni
Le mie bici

Un giro semplice e rilassante nel cuore della Ciociaria, ottimo per bici gravel in cerca di dislivelli moderati ma non certo assenti, e peccaminose soste culinarie in bettole o chioschi ancora vergini del turismo di massa.

Quella della Val di Comino sembra infatti essere una dimensione senza tempo e senza euro, in cui le insegne dietro ai banconi paiono ancora strizzare l’occhio alle lire e al secondo Dopoguerra, dove l’autostrada e la ferrovia non sono arrivate e tutto scorre lento e tranquillo, a ritmi agricoli. Come molti altri percorsi treno + bici, questo percorso disegna una C, che si allontana dalla linea del treno Roma-Cassino per poi riavvicinarvisi in un punto differente: in questo caso i nostri punti A e B sono Roccasecca e Ceprano, paesi ricchi di storia medievale e cultura enogastronomica, dove il ciclista della domenica troverà facili pretesti per permettere alla propria panza di strabordare dai completini in lycra.

Dalla stazione di Roccasecca attraversiamo la via Casilina in direzione del paese antico, la cui torre medievale svetta diroccata come un dente cariato. Una docile salita ci porta nel giro di un paio di chilometri al cimitero del paese, protetto dalla statua di San Tommaso d’Aquino, i cui natali sono contesi tra i roccaseccani e gli aquinati (spoiler: Tommaso è nato effettivamente a Roccasecca, che però all’epoca faceva parte della Diocesi di Aquino).

Sul fianco sinistro del muro del cimitero si apre una stradina anonima e apparentemente priva di interesse – impressione confermata dai new jersey di cemento che ne sbarrano il passaggio, poche decine di metri dopo. E invece proprio questa chiusura al traffico è uno dei pregi di questo segmento serpentiforme, il Tracciolino, che si apre a zigzag nelle Gole del Melfa su scenari da canyon vertiginosi.

Inizia così una decina di km meravigliosi, quasi fiabeschi, chiusi da decenni al traffico veicolare a causa delle frane che lasciano sull’asfalto frammentini e frammentoni di roccia. Purtroppo a causa dell’incuria e dell’interdizione alle auto, l’asfalto della strada e la fruibilità di questo luogo si stanno deteriorando.

Arriviamo così a Casalvieri in scioltezza, senza quasi avvertire il dislivello affrontato in maniera così graduale da risultare piacevole. Da qui la nostra traccia si inerpica per una strada secondaria con un ripido ma breve strappo che ci porta ai primi assaggi di Val di Comino: affascinanti ruderi rustici mangiati dall’edera, un verde rigoglioso e lo sfondo dei Monti della Marsica che già annunciano le nevi d’Abruzzo. Graziosi saliscendi penetrano questa campagna fino a Vicalvi, il cui centro storico rimane abbarbicato al costone dei monti.

Ancora poco sterrato e ci ritroviamo al Lago di Posta Fibreno, una sorta di Loch Ness ciociaro dall’identità forte e dalle dimensioni sospese. Questo lago, oltre ad avere colori cangianti in base al tempo – grigiore nordico col brutto tempo, locus amoenus virgiliano col sole – può vantare acque cristalline e la curiosità di un’isola galleggiante, La Rota, che cambia posizione nelle sue acque a seconda delle correnti e delle stagioni. Sulle sponde del lago c’è una fonte di acqua fresca e vari ristori dove fare una sosta.

Passato il lago, seguiamo il corso del suo emissario, il Liri. Va da sé, quando si segue un fiume in direzione del mare, l’altimetria arride al pigro ciclista con un andamento in lieve discesa che ci accompagna fin quasi a Ceprano: vale a dire, le già blande salite della giornata sono finite. Con passo allegro sorpassiamo Broccostella, Carnello e arriviamo a Isola del Liri. Purtroppo la strada del ritorno è leggermente più trafficata, e anche se possiamo riparare su un’ampia corsia di sicurezza è bene prestare attenzione a chi sorpassa.

Isola Liri colpisce subito per le sue spettacolari cascate, dove il Liri offre un salto scenografico proprio nel mezzo del centro paese. E così, dopo il Loch Ness Fibreno, abbiamo anche una Venezia ciociara, in cui l’isolotto centrale ospita una villa nobiliare circondata da canali pieni di anatre.

A proposito di anatre, la nostra discesa lungofiume passa poi Anitrella e Fontana Liri, senza particolari scorci degni di nota, fino alla bella Ceprano, patria di cibi e voluttà, da dove possiamo prendere il treno del ritorno.

Foto