Nelle campagne della Marcigliana
L’AGRO ROMANO TRA FASCINO E DISAGIO
La via Marcigliana è un posto dimenticato da dio e dagli uomini. Una strada a pochi passi fuori dal Raccordo, in cui sembrano valere altre leggi rispetto a quelle del Vecchio Occidente. Ufficialmente si tratta di una “riserva naturale” che abbraccia vari ettari di campagna a nord della Bufalotta, ma di fatto preparatevi a una strada che si allunga come un serpente in maniera sconnessa e selvaggia attraverso scorsi inaspettati.
Prendendola dall’incrocio tra via di Casal Boccone, via di Settebagni e via della Bufalotta, dopo aver sorpassato il cavalcavia sotto il GRA e imboccato via di Tor San Giovanni, un rettilineo (occhio agli autovelox…) che attraversa Cinquina, in fondo sulla sinistra si prende la Marcigliana.
Il cambio di scenario si avverte subito: asfalto molto dissestato, traffico pressoché assente, brusca diradazione di abitazioni e civiltà. Dopo aver passato un bivio che sulla destra conduce a un inquietante manicomio abbandonato, ci ritroviamo in campagna: campi di grano, l’Appennino sullo sfondo, brevi e facili saliscendi.
Dopo una leggera salita ci ritroviamo davanti a una centrale elettrica: il ronzio incessante copre persino i pensieri, e i tralicci nel verde paiono quasi belli, di una bellezza malata. Ancora una volta tornano in mente le copertine dei dischi dei Pink Floyd. Il panorama è ampio, da una parte il Raccordo, lo scalo di Serpentara e Settebagni, dall’altra le campagne che si increspano dolcemente verso i monti della Sabina.
Non è difficile incontrare sporadiche macchine e motorini di loschi figuri, magari accostate a bordo strada, che aspettano che cosa non si sa. A questo punto, dopo un tratto allo scoperto sul crinale di un’altura la strada si perde per boschi e curve, per poi inabissarsi nella parte ombrosa, dove è possibile invece incontrare cacciatori di frodo.
Ancora qualche chilometro di curve (percorsa in questo verso la discesa è nettamente superiore alla salita, anche se si tratta di dislivelli blandi) e ci ritroviamo all’imbocco con via Salaria, dove ci attendono due o tre vecchie roulotte dove libere&attempate professioniste esercitano il loro mestiere. A questo punto, non rimane che scegliere se tornare indietro ripercorrendo la strada verso la Bufalotta, o se invece farsi 2 km di trafficata Salaria per imboccare il bivio per Castel Giubileo, e tornare su itinerari ciclabili verso Ponte Milvio.
Facendo una piccola deviazione, al civico 532 di via Marcigliana si trova l’Azienda Agricola Fortunato, dove si vende e talvolta si cucina molta robba bona.