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Nelle campagne della Marcigliana

Partenza
ciclabile via di Casal Boccone angolo via della Bufalotta
Arrivo
via della Marcigliana incrocio via Salaria
File gpx
Chilometraggio
12.3 Km
Dislivello in ascesa
120 Mt
Tipologia di percorso
Paesaggio
Regione
Fondo stradale
Le mie bici

L’AGRO ROMANO TRA FASCINO E DISAGIO

La via Marcigliana è un posto dimenticato da dio e dagli uomini. Una strada a pochi passi fuori dal Raccordo, in cui sembrano valere altre leggi rispetto a quelle del Vecchio Occidente. Ufficialmente si tratta di una “riserva naturale” che abbraccia vari ettari di campagna a nord della Bufalotta, ma di fatto preparatevi a una strada che si allunga come un serpente in maniera sconnessa e selvaggia attraverso scorsi inaspettati.

Prendendola dall’incrocio tra via di Casal Boccone, via di Settebagni e via della Bufalotta, dopo aver sorpassato il cavalcavia sotto il GRA e imboccato via di Tor San Giovanni, un rettilineo (occhio agli autovelox…) che attraversa Cinquina, in fondo sulla sinistra si prende la Marcigliana.

Il cambio di scenario si avverte subito: asfalto molto dissestato, traffico pressoché assente, brusca diradazione di abitazioni e civiltà. Dopo aver passato un bivio che sulla destra conduce a un inquietante manicomio abbandonato, ci ritroviamo in campagna: campi di grano, l’Appennino sullo sfondo, brevi e facili saliscendi.

Dopo una leggera salita ci ritroviamo davanti a una centrale elettrica: il ronzio incessante copre persino i pensieri, e i tralicci nel verde paiono quasi belli, di una bellezza malata. Ancora una volta tornano in mente le copertine dei dischi dei Pink Floyd. Il panorama è ampio, da una parte il Raccordo, lo scalo di Serpentara e Settebagni, dall’altra le campagne che si increspano dolcemente verso i monti della Sabina.

Non è difficile incontrare sporadiche macchine e motorini di loschi figuri, magari accostate a bordo strada, che aspettano che cosa non si sa. A questo punto, dopo un tratto allo scoperto sul crinale di un’altura la strada si perde per boschi e curve, per poi inabissarsi nella parte ombrosa, dove è possibile invece incontrare cacciatori di frodo.

Ancora qualche chilometro di curve (percorsa in questo verso la discesa è nettamente superiore alla salita, anche se si tratta di dislivelli blandi) e ci ritroviamo all’imbocco con via Salaria, dove ci attendono due o tre vecchie roulotte dove libere&attempate professioniste esercitano il loro mestiere. A questo punto, non rimane che scegliere se tornare indietro ripercorrendo la strada verso la Bufalotta, o se invece farsi 2 km di trafficata Salaria per imboccare il bivio per Castel Giubileo, e tornare su itinerari ciclabili verso Ponte Milvio.

Facendo una piccola deviazione, al civico 532 di via Marcigliana si trova l’Azienda Agricola Fortunato, dove si vende e talvolta si cucina molta robba bona.

Foto