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PellegrinAggio dal FormAggio: a Tuscania dal Pecorino Marras

Partenza
Vetralla stazione FS
Arrivo
Tarquinia stazione FS
File gpx
Chilometraggio
61 Km
Dislivello in ascesa
510 Mt
Tipologia di percorso
Paesaggio
Regione
Fondo stradale
Le mie bici

Uno dei giri più celebri della rubrica “Cibo a km pochi”, in cui si compiono alacri pellegrinaggi alla ricerca di prodotti tipici a forte identità territoriale, per scoprire quel sapore che trovi solo in quella regione, perché è da quella regione che viene prodotto da sempre e a essa è indissolubilmente legato.

E visto che si parla tanto di km zero, noi cialtroni in bici ci accontentiamo di compiere km pochi, ovvero andare a cercare quei cibi che puoi raggiungere nell’arco di una giornata con mezzi onesti, treno e bici, ponendoci come limite regionale di genuinità del nostro traguardo l’autonomia chilometrica che il nostro allenamento consente.

In questo giro rilassante e gonfio di proteine attraversiamo la Tuscia dal viterbese al mare, con partenza da Vetralla e arrivo a Tarquinia. Una sessantina di km ad andamento prevalentemente discendente, senza sforzi, quasi unicamente volta a godersi i formaggi ovini dell’azienda Marras, che vengono prodotti nella campagna di Tuscania. Il percorso coincide con la tappa 14 del Gran Tour del Lazio, progetto in divenire portato avanti assieme a FIAB Ruotalibera.

Dalla stazione di Vetralla percorriamo la Strada provinciale vetrallese, un rettilineo boscoso in leggera discesa risparmiato dal traffico. La strada scorre lieta e tranquilla fino a quando avvistiamo le Torri di Tuscania, perla dell’Etruria, dove possiamo fare una sosta per un aperitivo culturale: le Basiliche di San Pietro e Santa Maria Maggiore sono una meraviglia di epoca paleocristiana, nei dintorni ci sono numerosi siti di età etrusca e preistorica, e naturalmente anche le epoche romana e medievale hanno un ruolo importante in questo borgo arroccato su una collina di tufo.

Dopo aver nutrito lo spirito e la cultura, se abbiamo dosato bene i tempi della tappa è ora lo stomaco a reclamare il suo spazio da riempire. Imbocchiamo via dell’olivo, e un paio di chilometri dopo Tuscania incontriamo prima la bella chiesetta della Madonna dell’Olivo, poi l’insegna “Azienda agricola Marras” sulla destra. Il titolare Francesco abita proprio qui, vicino alle sue greggi e ai macchinari di produzione di formaggi ovini, ed è possibile quindi citofonargli per la vendita diretta. Non staremo qui a magnificare le stagionature a 6, a 12 o a 24 mesi, né la ricottina o il primosale, o ancora la crema di pecorino in barattolo utile per la cacio e pepe: nessuna parola sarebbe sufficiente a intessere un’Ode alla Pecora abbastanza degna. Ci limiteremo a dire che Marras rifornisce ristoranti stellati, ospita visite didattiche ed è un eccellente ospite, che talvolta sa tirare fuori qualche bottiglia di vino e due fette di pane per accompagnare i suoi formaggi.

Per tornare a digerire con animo sgombro e fame di bellezze culturali, prima di ripartire verso Tarquinia possiamo fare una visita alla suggestiva Abbazia di San Giusto, un complesso monastico del XII secolo oggi parzialmente utilizzato come agriturismo e azienda agricola di erbe officinali.

Il ritorno verso la capitale dell’Etruria e la sua celeberrima necropoli, che ci appare sulle colline del primo entroterra battute dal vento marino, è una strada in leggera discesa dove troviamo un traffico leggermente più intenso del resto del percorso. Chi volesse può comunque deviare per il percorso rivisto del GTL#14, ma in questo caso il chilometraggio totale sale a un’ottantina, allungando per Montalto di Castro su strade sterrate e secondarie. Un’ultima deviazione consigliata a chi avesse tempo in attesa del treno del ritorno sono le Saline di Tarquinia, sul lungomare a circa 6 km dalla stazione ferroviaria: qui ci attende una dimensione quasi surreale, postcolonica, fatta di uccelli migratori e distese orizzontali e riflessi sui canneti.

Foto