Sul Monte Livata via Subiaco
Una due giorni per godersi un po’ di montagna a due passi da Roma, ricca di saliscendi e scalate abbastanza impegnative. Per sfuggire ai tentacoli di lamiera e smog del raccordo abbiamo scelto di servirci della neonata linea C, che da Piazza Lodi ci ha portato nei pressi di Montecompatri.
Qualche centinaio di metri di Casilina, statale non proprio esaltante per la sua percorribilità ciclistica, e all’altezza di via Acqua Felice svoltiamo a sinistra per riprendere un po’ di fiato in una strada di campagna meno frequentata.
Attraversata Valle Martella, ci immettiamo a destra nella SP13C, riconoscibile dalla quantità di prostitute e di clienti benpensanti, e poco dopo a sinistra sulla Pedemontana in direzione Palestrina. L’andamento altimetrico è in leggera, impercettibile salita, con qualche rampa più pronunciata prima dei paesi di Cave e Genazzano; a proposito di Genazzano, il castello, il bosco e il ninfeo del Bramante meritano una sosta, decisione che prese anche Gregorovius.
Uscendo dal ponte che dal castello di Genazzano si inoltra per il bosco imbocchiamo la SP33 in direzione San Vito Romano e San Francesco.
Dopo San Francesco ci appare la vallata scavata dall’Aniene e Subiaco, coi Simbruini subito dietro. La nostra decisione di svoltare subito a destra ha accorciato notevolmente il percorso, ma ha lo svantaggio di tagliare un’altura davanti in maniera quasi perpendicolare. Un’alternativa con pendenze più gentili consiste nello svoltare più avanti, seguendo per Canterano, e da lì risalire l’Aniene fino a Subiaco.
Il giorno successivo si può affrontare il salitone di Monte Livata (1400m circa) col fresco; un’ascesa di mille metri in 20km, che vale davvero la pena fare, e che può essere prolungata grazie a una serie di bellissimi sentieri di montagna per i quali è praticamente obbligatoria la mountain bike: sul fondo sassoso si arriva intorno ai 1500 e si dominano i Simbruini per valli e boschi fino a Campaegli, per poi lanciarsi in discesa verso la meravigliosa Cervara, paese che sembra disteso su un’enorma platea teatrale con le case a semicerchio in attesa in uno spettacolo.
La discesa continua ancora con violenza (occhio ai tornanti) fino al castello di Carsoli, dove una lieve risalita ci immette su via Tiburtina Valeria. Da qui si perde quota gradualmente fino a una delle stazioni della linea Roma/Pescara (noi abbiamo scelto Vicovaro Mandela, che ha più fermate, ma è possibile fermarsi anche a Carsoli, Roviano o proseguire ancora fino a Tivoli).