Pianificare un itinerario sfruttando il treno
Certe cose sembrano scontate, eppure non lo sono.
Esistono ciclisti sportivi che si fanno le loro sessioni di allenamento in 3/4 ore, partendo sempre da casa e percorrendo percorsi ad anello, non importa ripeterli, tanto è la performance e la strada sicura/veloce che si cerca. Esistono poi viaggiatori di lungo corso che iniziano a pedalare, da casa o impacchettando le loro bici in aereo, o ancora noleggiandone sul posto in cui andranno, tanto il tempo è lungo e non importa il come ci si arriva.
Quando invece si ha uno o due giorni a disposizione, i chilometri per uscire da una città tentacolare come Roma (che può essere anche Milano, Calcutta, Vancouver o Bangkok) sono essenzialmente chilometri sprecati. Il tuo tempo è prezioso, e impiegare 40/50 dei tuoi chilometri giornalieri nel traffico di periferie annegate nel cemento è pericoloso e stupido. Meglio svegliarsi prima, passare quell’ora o due su un treno regionale e iniziare a pedalare direttamente nel verde. Oltretutto, questa consuetudine non ti vincola a un percorso ad anello, e ti permette di rientrare da un’altra stazione ferroviaria, oppure direttamente a casa, di tracciare una linea, insomma.
Quando ne parlo con altri ciclisti, molti rimangono stupiti, altri neanche sanno che ci sia la possibilità di caricare una bici su un treno, altri ancora dicono di caricarsela in macchina. E per questo motivo ho pensato di inserire questa piccola guida su come pianificare un itinerario in bici+treno partendo da Roma – ovviamente il sistema è replicabile ovunque.
I lati positivi sono molteplici:
- indipendenza da un’automobile;
- possibilità di percorsi lineari e non ad anello, e quindi maggiore varietà di percorso;
- possibilità di raggiungere zone belle, meno trafficate e di sfruttare al massimo la bellezza della strada ottimizzando i tempi;
C’è ovviamente anche qualche lato negativo:
- dipendenza dagli orari dei treni disponibili, specie se si ha il vincolo di rientrare in serata;
- tempi contingentati in relazione alla distanza pianificata: occorre sapere almeno orientativamente la distanza che si è in grado di percorrere, per poter rientrare serenamente nei tempi
- limite delle aree servite dalla rete regionale (a volte si può sfruttare il trasporto bici in corriera, ma questa opzione non è scontata e dipende dalla disponibilità del posto in vettura e dalla gentilezza del conducente – a meno che non si sia prenotato un Flixbus con rastrelliera bici, ma è una possibilità molto limitata al momento)
Per chi ama pianificare le proprie uscite sulle cartine, però, anche questo aspetto del “limite” della rete regionale è stimolante: che cima posso raggiungere, che posti posso vedere all’interno del range dei miei km giornalieri utilizzando un treno? So che in giornata sono in grado di fare 50/100/150 km, dove arrivo? Ho due giorni a disposizione, dove posso pernottare in mezzo a due stazioni rispetto a quello che mi interessa? Ragionando in questo modo, tracciare quella linea tra due stazione con in mezzo della bellezza diventa quasi un gioco, parte della pedalata stessa e della stessa ragione del viaggio – viaggiare (cit.).
Esistono vari tipi di percorsi:
- PERCORSI DA CASA A UNA STAZIONE: parto, fuggo e arrivo a una meta che mi riporti a casa!

2. PERCORSI DA UNA STAZIONE A CASA: riportando tutto a casa: si sceglie un luogo lontano di partenza, con la nostalgia del proprio divano.

3. PERCORSI A RAGNATELA: Questi sono forse i percorsi più interessanti: la linea in bici collega infatti due linee ferroviarie parallele, solitamente scavallando qualcosa: una catena montuosa, un punto di interesse, un fiume, una zona non servita dal treno.

4. Percorsi a “C”: più “sicuri” dei precedenti, disegnano una sorta di C, incontrando la stessa linea ferroviaria in due punti a diverse altezze: di solito li uso per raggiungere una vetta, e poi tornare nella valle servita dal treno per un percorso diverso.

5. Percorsi “a serpentina”: i percorsi a serpentina sono strutturalmente simili a quelli a C, perché intersecano più stazioni della stessa linea ferroviaria, ma tracciando una linea differente: seguono la ferrovia a zigzag, tenendosi sempre relativamente vicini a essa. Sono i più comodi perché permettono di servirsi del treno in vari punti a seconda della necessità.

Insomma, la ferrovia è una preziosa alleata dei percorsi cicloturistici mordi e fuggi. Se continuiamo a prendere Roma come punto di partenza, con la rete regionale e quella degli Intercity, che è stata recentemente dotata di carrozze bici (occhio però! La prenotazione del posto bici è obbligatoria!), possiamo coprire un range di distanza molto più ampio, quasi tutto il centro Italia a seconda della nostra capacità di divorare km in uno o due giorni.
Livorno, Firenze, Arezzo, Perugia, Ancona, Pescara, Isernia, Caserta, Napoli se consideriamo gli Intercity ordinari, ovvero tutto il Centro Italia. E ancora più lontano con quelli notturni (ma a quel punto i tempi di percorrenza impongono almeno una o due notti fuori).